mercoledì 26 ottobre 2016

Palma de Mallorca Medio Marathon… vale!

Questa settimana la penna virtuale viaggia per più di 1000 km. Mentre Sharon, a Trieste, è tornata a fare CrossFit e si è riposata alla Festa della Zucca di Venzone, Chiara è appena rientrata dalle vacanze a Maiorca, durante le quali non si è fatta mancare un po’ di sport.

8 maggio 2016, Bavisela, la mia prima mezza maratona. Ho molti bei ricordi legati a quell’esperienza, ma fanno parte di un’altra storia. Durante quell’ora e mezza abbondante il mio primo pensiero non è stato di certo “voglio farne un’altra”. E invece…
16 ottobre 2016, Palma di Maiorca, la mia seconda mezza maratona. Alla gara avremmo unito la visita a Barbara, sorella di mio moroso, che abita a Palma da anni con la sua famiglia, e qualche giorno di vacanza al sole e al caldo.
Arriviamo a Palma venerdì 14 in serata, siamo rilassati e pensiamo poco alla fatica che ci aspetta domenica.
A dirla tutta, ci abbiamo pensato poco anche prima. Lo spirito vacanziero aveva contagiato l’allenamento e, devo ammetterlo, avevamo corso ben pochi km nei mesi precedenti. L’obiettivo non era quindi fare il tempo della vita ma arrivare al traguardo contenti e senza compromettere i giorni di vacanza successivi a causa dell’acido lattico.
Con la leggerezza di chi non ha nulla da perdere, domenica andiamo a piedi verso la partenza. Il luogo scelto è sicuramente il migliore: il Parc de la Mar all’ombra della cattedrale di Palma.

Parc de la Mar (Credits: TripAdvisor)

Siamo quasi 5000 persone tra maratoneti e mezzi maratoneti, da dentro i cancelli di partenza non lo si percepisce ancora ma durante tutta la gara si ha la sensazione di essere un fiume in piena.
Il percorso si snoda per i primi 12 km lungo il porto, i tratti dritti e piani sembrano infiniti, ma la massa di corridori attorno ti trascina. Corriamo tranquilli, al ritmo costante che ci eravamo prefissati. Così facendo, riusciamo a scambiarci impressioni, a guardarci attorno, a notare i corridori accanto a noi che man mano impariamo a riconoscere. Sorpassiamo un paio di personaggi fenomenali, tra cui ricordo chiaramente l’uomo che ha corso tutta la mezza con una tutina intera, attillata, con disegnati tutti i muscoli del corpo!! Chissà se si è sciolto all’interno…
Gli “ultimi” 9 km sono un groviglio nel centro storico. Da un lato le stradine strette, ombrose e fresche sono una benedizione, dall’altro le curve a gomito, gli strappi in salita e le brevi discese sono un bell’impegno per le gambe che ormai iniziano ad avere parecchi km all’attivo.
Raggiungiamo i 16 km, stiamo bene, anche troppo. Possiamo quasi quasi aumentare il ritmo. Le gambe rispondono ancora bene, il fiato c’è. Ad un paio di km dal traguardo incrociamo la nostra piccola tifoseria (Barbara, Toni e il piccolo Marc) e con il loro applauso concludiamo la nostra fatica.
Il tempo non è da record personale, ma non è neanche da buttare visto il limitato allenamento. Ci classifichiamo attorno alla 570esima posizione su 3300 partecipanti e, con una rapida occhiata alla classifica, dovrei essere la prima donna italiana al traguardo!

Palma de Mallorca Half Marathon... fatalaxe!!

Sono contenta e soddisfatta. Ho corso serena, godendomi ogni km. Mi succede sempre quando corro, i pensieri brutti spariscono e nonostante la fatica tenda a farmi mollare, prevalgono i pensieri felici e le cose belle. E’ un’emozione quasi indescrivibile… correre per credere!
L’adrenalina della gara si placa in un paio d’ore, il dolore alle gambe lo farà in un paio di giorni. Siamo ufficialmente e completamente in vacanza! In una settimana abbiamo visto molto, ma ovviamente non tutto. Siamo stati in grotta, in barca, in tram, a fare il bagno in una baia stupenda e quasi irraggiungibile. Abbiamo raggiunto due cime e camminato sul ciglio della scogliera tra grotte, archi naturali e caprette.
Come spesso accade, purtroppo, le vacanze finiscono, si torna al lavoro e si guarda la pioggia fuori dalla finestra ricordando con un sorriso i bei giorni passati.

Gracias Barbara! Gracias Toni! Gracias Marc! No! Mio! Vale!!!

Chià

Da destra in alto: Cuevas del Drach, Puente Natural vicino a Cala Varques, Talaia d’Alcudia, Cala En Basset, Ciclomonones&Fatalaxe

mercoledì 12 ottobre 2016

La Barcolana arriva una volta l’anno... per fortuna!

Questa settimana Sharon prende in mano la nostra penna virtuale per scrivere di vela, di mare e di vento, tanto vento! Siamo, infatti, reduci da uno degli eventi clou di Trieste: la Barcolana!

La Barcolana è nata come una semplice regata e si è sviluppata negli anni come un evento di livello mondiale, che porta a Trieste migliaia di persone tra velisti, appassionati, turisti o gitanti della domenica. Io la faccio dal 1995, anno in cui ho iniziato ad andare in barca a vela. Da circa 6 anni veleggio con il Poison, un Ufo28, barca da regata lunga 8,6 metri, con la quale non è consigliato fare crociere: sottocoperta non c’è niente, solo su secchio rosa che funge da toilette.

Facciamo solo un piccolo passo indietro...
Dal 28 Settembre al 2 Ottobre, con l’equipaggio femminile del Poison, ho preso parte al Campionato Italiano Ufo28 organizzato dalla SVOC di Monfalcone. Abbiamo affrontato 9 regate in 3 giorni e ci siamo difese alla grande, il risultato non è stato quello sperato ma ci siamo divertite moltissimo e abbiamo imparato dai nostri errori.

Gli Ufo28 durante il Campionato Italiano (Credits: Andrea Carloni)

Dopo una settimana scarsa di pausa siamo ritornate in barca per partecipare alla regata notturna Jotun Cup sabato 8 ottobre e alla Barcolana, domenica 9.
Prima di tutto martedì 4 ottobre, io e le altre ragazze dell’equipaggio ci siamo recate nella Sala del Consiglio Comunale di Trieste dove abbiamo preso parte all’inaugurazione della campagna per la prevenzione “Nastro Rosa 2016” promossa dall’associazione LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori al seno). Essendo noi tutte donne a bordo, sono già anni che siamo testimonial di questa campagna.

Sharon e le ragazze del Poison all'inaugurazione di "Nastro Rosa 2016" (Credits: Sisto Colombo)

Gli eventi ci portano poi a sabato 8 mattina quando abbiamo preso contatti con i responsabili della trasmissione Linea Blu di Rai1, perché alle 14:00 dello stesso giorno saremmo state in TV! Panico! Durante il nostro intervento in diretta nazionale Carlotta e Francesca, armatrici della barca, hanno parlato di com’è nata l’idea di una barca con equipaggio solo femminile e del progetto LILT.
Verso sera ci siamo preparate, abbiamo issato le vele e abbiamo preso parte alla regata notturna, sponsorizzata dalla Jotun, che si svolge davanti a Piazza dell’Unità d’Italia e al molo Audace. Da vivere è un’esperienza bellissima, ci sono all’incirca 15 Ufo28 che fanno manovre attorno alle boe e che passano vicine al molo dove ci sono moltissime persone che guardano la regata e fanno il tifo. Tra queste c’erano amici, parenti e anche Chiara che ormai mi sostiene in questa regata da anni e solitamente si arma di striscioni e trombette. Purtroppo finita la regata ha iniziato a piovere e non abbiamo festeggiato come gli altri anni, così con le ragazze dell’equipaggio ci siamo date appuntamento alle 8:30 della mattina successiva.

La festa del Poison alla fine della regata notturna (Credits: Manuel Albanese)

E finalmente...Barcolana time! Vista la partenza spostata dalle 10:00 alle 11:30, causa vento “troppo” forte, abbiamo fatto tutto con molta calma e siamo uscite agguerrite e super cariche per la Bora e per le 1700 barche attorno a noi. In barca eravamo in 8 e devo confessare che c’era anche un uomo, Piero, il marito di una delle due armatrici… non gli si poteva dir di no. C’era parecchio vento ma non ci spaventava, anzi ci dava solo più carica e voglia di planare!
3... 2... 1... VIA!
Per le persone che non hanno mai preso parte ad una Barcolana non è facile da capire il caos che c’è alla partenza, tutti vicini, tutti che gridano e tutti che inventano una strategia per liberarsi il prima possibile dagli altri e poter fare la propria regata. Il problema è che le barche sono di diverse grandezze: ad esempio Alfa Romeo, la barca che ha vinto la Barcolana 2016, ha una superficie velica massima di 480mq, noi con l’Ufo abbiamo una superficie velica massima di 110mq. Ma una volta che abbiamo avuto vento libero, ragazzi che planate con spy e randa!!!!! Abbiamo camminato bene sia nel primo che negli altri lati e infatti abbiamo finito al 78° posto generale, al 3° della nostra categoria.
Devo dire che è stata una Barcolana bellissima, impegnativa e stancante ma la fatica viene sempre ripagata dalla compagnia delle altre ragazze dell’equipaggio e dall’andare in barca che per me rimane una delle sensazioni più belle che esistano.

Sha

Barche, vento e onde... la Barcolana!